In carica dal 1998 al 1999
Quando Nicola Cinque mi propose di succedergli alla Presidenza del Club –eravamo ad una riunione di Distretto a Lucca- ne fui molto onorato ma, nel contempo, assai preoccupato. Dopo Piero Talini che aveva ricevuto la “Carta” dal Governatore e gestito l’avvio del Club, la direzione era passata, appunto, a Nicola, tutti soci, con Torello Lotti, Alessandro Melani e Giuseppe Taddei Sozzifanti, del Club “Pistoia – Montecatini Terme” padrino del “Marino Marini”. Loro avevano insegnato i primi passi ai nuovi soci, a me toccava farli camminare e magari … volare: ero il primo a ricevere l’onore della Presidenza, ma anche a dover sostenere tutto il peso di dimostrare le nostre capacità e possibilità di “autonomia”. Quando riferii la proposta a mia moglie Emanuela, che poi per altro sarebbe stata partecipe entusiasta ed animatrice insostituibile della gestione del Club, non posso proprio dire di averne ricevute le più entusiastiche felicitazioni e complimenti. Il motto di James L. Lacey, Presidente Internazionale di quell’anno, era “Vivi il tuo sogno rotariano” ed io iniziavo la mia avventura …
Si trattava, anzitutto, di organizzare la vita del Club. Dovevo far sì che i “nuovi” riuscissero a stare bene insieme tra di loro e con gli altri -così come i “padri”- e produrre tante idee e tanto lavoro rotariano. Il sottoscritto era un po’ più “vecchio” degli altri (fu forse questo il motivo della mia nomina?) in un gruppo di giovani, uomini e donne (erano tra le prime ad entrare nei Rotary Club del Gruppo Arno), tutti ottimi professionisti, assai attivi e vivaci, che per di più in gran parte non conosceva, avendo assai più conoscenze negli altri club che non in quello.
Il mio primo impegno fu la ricerca di una sede fissa adeguata (allora le riunioni invernali avvenivano a Pistoia, quelle estive a Montecatini) e venne scelto, non senza contrasti, l’Hotel Croce di Malta a Montecatini che garantiva spazi adeguati e ottima “visibilità”. L’annata 1998-99, infatti, vide la partecipazione alle nostre riunioni di molti rotariani esteri “di passaggio” nella bella città termale. Qualcuno di essi, poi, sarebbe anche ritornato divenendo nostro fedele ospite e parte attiva di incontri con delegazioni di rotariani da altre città d’Europa. Le finanze, cosa non trascurabile, erano quelle di un club piccolo, piccolo e quindi con le ovvie ripercussioni sul budget di gestione, condotto con severità dall’ottimo Tesoriere (a vita) Michelotti. Ciononostante operammo in completa autonomia dal Club padrino, i cui Rappresentanti erano sempre invitati alle nostre manifestazioni di rilievo, attingendo per gli oratori delle conferenze alla disponibilità degli amici (fortunatamente di “buon nome”) e per la realizzazione delle serate alla collaborazione del Consiglio Direttivo e di tutti, in primis di mia moglie Emanuela ma anche della incantevole Direttrice del Croce di Malta Signora Piera e del suo staff. Fu così che andammo “alla grande” con riunioni sempre affollate di soci, consorti e ospiti: ogni conviviale serale fu aperta a consorti e ospiti oltre, naturalmente, a Inner Wheel e Rotaract.
Ricordo la nostra annata (mia, di … mia moglie, di tutti i soci e delle loro famiglie, che ancora ricordo con affetto e simpatia) come “sogno rotariano” che –forse- avrei desiderato ancora un po’ proseguire, ora che un po’ vi avevo preso la mano, ma è saggio che sia così: ognuno deve impegnarsi a dirigere il club, ma “una volta sola” perché la seconda non sarebbe la stessa cosa. Occorre la sincerità della scoperta ed il contributo di tutti, quell’apporto che prima o poi ognuno di noi dovrà impegnarsi a produrre con la propria disponibilità e sincerità. Il club vive grazie alla armonica fusione di ogni nostro atto o pensiero, anche se apparentemente contrastante con quelli di altri, nell’unica prospettiva della comprensione e del progresso, nostro e di tutta l’umanità.
Il mio impegno fu quello di costruire la struttura una casa da abitare tutti assieme al meglio possibile, lasciando ai successori il compito di ingrandirla e abbellirla. E’ per questo che cercai (con mia moglie e secondo gli insegnamenti dei Maestri) di dare la migliore forma possibile alle nostre serate, improntata –lo ammetto- ad una tradizione austera e non sempre facile da accettare, così come di avere la maggiore partecipazione delle Autorità e delle Rappresentatività cittadine, per poter portare fuori la nostra voce ed essere al massimo propositivi e disponibili alla Comunità. E’ per questo che mi impegnai (forse ancora non me l’avete perdonato…) di assegnare ad ognuno il proprio posto a tavola, sì che vi amalgamaste l’un l’altro. Fu una fatica improba, solo mitigata dall’uso del computer, ma posso garantirvi di non avervi fatto passare –salvo errori- più di una o due serate con lo stesso compagno di tavolo: volevo che ognuno conoscesse l’altro e che tutti assieme facessimo parte di un unico gruppo, evitando il formarsi di parcellizzazioni o preferenze, seppur del tutto umanamente comprensibili. Ritengo che il Rotary trovi la sua giusta espressione nel movimento e nel reciproco coordinamento, che trovo contrastanti con la fissità di un rapporto consuetudinario, anche validissimo, come quello di una vera amicizia. Anche adesso -da anni appartengo al vicino club di Prato- mi ricordo di tutti voi e sento la vostra mancanza.
Io ho solo cercato, da umile muratore, di impegnarmi a costruire qualcosa.
Ci sono riuscito? Non lo so. Di questa mia avventura posso solo ripetere, con il Manzoni:
“…se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta (ndr: presieduta), e anche un pochino a chi l’ha raccomodata (ndr: mia moglie). Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.”
L’annata 1998/1999
Il motivo conduttore dell’annata, in onore al nostro vessillo “Marino Marini”, fu l’attività creativa dell’uomo, e non solo quella artistica. Si cominciò dal “pane quotidiano” (Pietro Vestri, Direttore Istituto Datini di Prato: “Non di solo pane…”) non dimenticando il vino (Incontri alla festa del vino di Artimino e dal Marchese Pancrazi ad Oste), per andare al cambio “lira-euro” (Vincenzo Bruno, Direttore della Banca d’Italia), allo stesso Rotary (Giuseppe Fini PDG 1996-97: “Il Rotary nel prossimo millennio”), passando per musica (Alberto Batisti, musicologo: “Mozart e l’Italiano”), rinascimento (visita al Corridoio Vasariano degli Uffizi con la Direttrice Anna Maria Petrioli Tofani), pittura moderna (Carlo Sisi, Direttore del Museo Marino Marini di Firenze: “Arte in Toscana nel ‘900”), arte contemporanea (Paolo Paoletti, Direttore del Museo Pecci di Prato: “I perché di un museo di arte contemporanea”), letteratura (Italo G. Minguzzi, che nel 2006/07 è stato nostro Governatore Distrettuale: “Attualità dell’opera e del pensiero di Giovanni Guareschi”), Grafologia (Fiorenza Magistrali: “La comunicazione figurativa nell’età evolutiva tramite il test grafico Stelle e Onde”), per finire con i mass media (Umberto Cecchi, Direttore del quotidiano “La Nazione”: “Quale informazione nel 2000?”). Potemmo anche realizzare due importanti Interclub: uno con il Lions “Serravalle Pistoiese” nostro coetaneo, proprio su Serravalle (Relatore Monsignor Sergio Pieri, storico: “Mons cessit, pergite ire”), e l’altro con il Soroptimist Club di Pistoia-Montecatini Terme sulla “Telemedicina” (Prof. Claudio Clemente – Delegato Europeo dell’OMS per i tumori rari).
Chiudemmo, in occasione della commemorazione dell’anniversario della consegna della Carta al Club con la lezione magistrale (“Leonardo, Morgagni, l’anatomia patologica e l’Università del III millennio”) del Prof. Piero Tosi, Magnifico Rettore dell’Università di Siena, che ricevette il PHF del nostro Club da Piero Pasini, Past DG 1997-98. Nell’annata furono consegnati anche altri PHF, tra i quali due –meritatamente- ai nostri “padri” Piero Talini e Nicola Cinque. Venne anche istituita una targa d’argento per il riconoscimento di una importante attività commerciale, che fu assegnata alla Ditta Salvatori / Liste di Nozze di Prato-Pistoia.
Non mancarono momenti di relax, come la serata con Riccardo Marasco, in occasione del secondo anniversario della nascita del Club che coincideva proprio con la notte degli Oscar: fu così che consegnammo i nostri Oscar –con anticipo su quelli veri!- a chi aveva contribuito alla nascita del “Marino Marini”, in primis al Past Governatore Giuseppe Fini ed al suo ottimo assistente, l’amico Aldo Grassi.
Insieme agli altri club del gruppo “Arno” partecipammo al “matching grant” della Rotary Foundation per l’acquisto di un’autoambulanza fuoristrada per l’ospedale di Escoma in Bolivia.
Il “Marino Marini” si classificò, assieme ai due club di Prato, nella terna dei maggiori contribuenti alla Rotary Foundation del Distretto 2070.
Per concludere l’annata, toccò a noi organizzare, insieme al club padrino, il XXVII Congresso del Distretto 2070 in Montecatini Terme. Il DG Umberto Ardito fu soddisfatto del nostro lavoro e conferì il PHF ai due Presidenti.