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Progetto “paideia”

Il progetto Paideia prevede un’attività di breve termine, sul territorio, nell’ambito dell’area “Alfabetizzazione ed educazione di base”, che si sostanzia nella fornitura di tre lavagne interattive, complete di computer e proiettore, presso tre scuole elementari, una in Valdinievole, una nel territorio montano e una nell’area pistoiese.

Gli obiettivi che ci poniamo sono connessi alle importanti funzioni che questi strumenti didattici svolgono:

  1. promozione dell’interculturalità. Le lavagne interattive consentono infatti una più facile comunicazione didattica, attenuando difficoltà linguistiche.
  2. interazione dal domicilio dello studente. Famiglie e allievi possono interagire a distanza con i docenti, in caso, ad esempio, di patologie o di difficoltà logistiche.
  3. sostegno degli allievi con disturbi dell’apprendimento o difficoltà cognitive. Gli studenti possono memorizzare le lezioni, superando disagi nel prendere appunti, come nel caso della dislessia e della discalculia. Nel caso di difficoltà cognitive potranno soffermarsi sugli elementi più ostici.
  4. coinvolgimento dei soci del club, che potranno collaborare al funzionamento delle lavagne interattive prestando le proprie capacità professionali, in campo informatico e didattico.
  5. comunicazione e presenza sul territorio, anche al fine di accendere la luce del Rotary, seguendo l’indicazione del Presidente C.K.Huang. Cercheremo di dare risalto a questo progetto, dal punto di vista dell’informazione locale, ponendo l’accento sull’effettivo coinvolgimento professionale e non solo finanziario del Rotary, a tal fine, farà parte del comitato il nostro addetto stampa.

Il progetto si articolerà in tre fasi:

  1. individuazione delle strutture scolastiche più adatte, che presentino i requisiti necessari, cioè:
    1. una connessione wifi funzionante
    2. una popolazione studentesca con difficoltà logistiche
    3. presenza di bambini con disturbi di apprendimento o handicap fisico motori
    4. organizzazione scolastica che assicuri circa la corretta utilizzazione e manutenzione delle lavagne
  2. acquisto e collocamento dei materiali, installazione e configuramento compresi
  3. controllo e formazione, personalmente condotti da rotariani con le necessarie competenze.

Progetto “gughi”

La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è una malattia degenerativa progressiva propria dell’età adulta che colpisce da 1 a 3 persone ogni 100.000 per anno.

L’attenzione del nostro Club verso questa malattia deriva dall’esserne stato colpito il nostro Presidente dell’annata 2012/13, Guglielmo Bonacchi, il quale, nonostante la sintomatologia ne avesse già compromesso le principali funzioni motorie, non solo non si è sottratto all’impegno di condurre – egregiamente – il Club per tutto il periodo del suo incarico, ma ha anche organizzato la raccolta fondi per finanziare una borsa di studio inizialmente dedicata ad un neurologo strutturato nel Servizio Sanitario Regionale dell’Area pistoiese che potesse, presso un centro specializzato, approfondire le conoscenze necessarie al trattamento della SLA, dando a tutti noi un esempio di coraggio, coerenza e determinazione che dimenticheremo con difficoltà.

A causa di questa esperienza diretta abbiamo potuto constatare come alla gravità della patologia, devastante per il malato e i suoi familiari, si associno difficoltà pratiche a volte insormontabili, scarsa organizzazione delle strutture e una preparazione specialistica non sufficientemente approfondita dei sanitari preposti (medici, infermieri, fisioterapisti e tecnici), determinate essenzialmente dalla carenza di risorse.

In seguito a queste considerazioni, ci siamo proposti di realizzare, in collaborazione con il Centro Clinico Nemo di Milano (centro di riferimento italiano per le malattie neuromuscolari), la Asl 3 di Pistoia, AISLA e SPALTI,all’interno dell’Ospedale San Jacopo di Pistoia, una struttura dedicata ai malati di SLA, organizzata con attrezzature adeguate. Altro scopo, ancora più importante è quello di migliorare la professionalità e le conoscenze di personale qualificato attraverso cicli di formazione presso lo stesso Centro Clinico Nemo.

Il Progetto Gughi, che prende il nome proprio dal diminutivo con cui è solito essere chiamato il nostro Past-President, consentirà quindi di realizzare un centro d’eccellenza dedicato ai malati di SLA che potrà essere di riferimento non solo per la Provincia di Pistoia, ma anche per la Regione Toscana e probabilmente per tutto il Centro della nostra Penisola.

Dunque un obiettivo estremamente ambizioso ma altrettanto utile e positivo, che consentirà altresì al Rotary di ribadire e dimostrare la propria caratteristica fondante di Club di Servizio.

Nel dettaglio, il PROGETTO GUGHI prevede di strutturare e specializzare tutti i soggetti che operano a vario titolo e livello attorno alla persona affetta da SLA, costruendo un sistema che sia in grado di rigenerarsi autonomamente, attraverso la capacità dei professionisti ultraspecializzati a questo scopo di diventare essi stessi “formatori” degli operatori che nel tempo saranno coinvolti (familiari di nuovi malati, personale sanitario subentrante ecc.). Per questo è stato definito nei dettagli – dalla ASL 3 – il PDTA (Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale), indispensabile a dare una forma efficace ai nostri sforzi, standardizzando tutte le procedure necessarie.

Di seguito, per dare la misura della complessità che creare questo “ambiente protetto” attorno al malato di SLA comporta, elenchiamo i moltissimi soggetti potenzialmente coinvolti nei vari trattamenti necessari:

  • Familiari
  • Neurologo
  • Psicologo
  • Fisiatra
  • Pneumologo
  • Cardiologo
  • Rianimatore
  • Ortopedico
  • Otorino
  • Nutrizionista
  • Gastroenterologo
  • Genetista
  • Terapista
  • Fisioterapista
  • Logopedista
  • Infermiere
  • Tecnico
  • Associazioni di volontariato
  • Badante

Allo stato attuale (ottobre 2014) il progetto non solo è pronto, ma è in fase di lancio e sarà completato entro il 2015, tenendo conto che l’addestramento del personale dedicato richiederà complessivamente nove/dieci mesi di tempo. Intanto gli sforzi del Club sono concentrati nella ricerca di un Rotary Club straniero che ci affianchi e ci consenta di trasformare il Progetto Gughi in progetto internazionale.

Progetto “peggy guggenheim”

Rotary Club Pistoia-Montecatini Terme “Marino Marini” e Collezione Peggy Guggenheim per i giovani.

Borse di formazione per un periodo di stage presso la Collezione Peggy Guggenheim.

Attraverso un rapporto di sponsorship con la Peggy Guggenheim Collection il nostro Club ha istituito quattro borse di studio, finalizzate alla partecipazione a un periodo di stage presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia durante l’anno 2007.

La collaborazione nata tra le due istituzioni ha la volontà di promuovere attività di formazione rivolte ai giovani al fine di favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro.

Il bando è aperto a studenti e neolaureati presso le Università di Siena, Pisa e Firenze e presso l’Accademia delle Belle Arti, Palazzo Spinelli e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che abbiano uno spiccato interesse verso l’ambito museale e, nello specifico, verso i dipartimenti curatoriale, didattico, relazioni esterne, nonché per l’ufficio stampa e la biblioteca.

Fare uno stage alla Guggenheim è una opportunità formativa di altissimo valore sempre, ma in questo caso lo è ancora di più, per la possibilità offerta ai nostri tirocinanti di essere coinvolti nelle attività aggiuntive e nei progetti della Collezione in occasione della Biennale di Venezia 2007.

Operativamente gli assegnatari delle borse di studio svolgeranno le loro esperienze di lavoro presso gli uffici relazioni esterne e marketing, stampa, membership, pubbliche relazioni e pubblicazioni del Museo, maturando ulteriormente i loro percorsi educativi, già assai significativi e coerenti.

La selezione dei borsisti ha richiesto grande impegno, visto che, con pari soddisfazione nostra e del nostro partner la risposta al bando del club, pubblicizzato in rete sui siti dei due soggetti, è stata molto alta (circa cento curricula) e, sopratutto, particolarmente qualificata, ma l’entusiasmo e l’attenzione profusi dai selezionatori hanno sicuramente aiutato a raggiungere un risultato condiviso, con spiccata coincidenza dei consensi sui nomi alla fine risultati più meritevoli.

I profili e le esperienze sono stati ordinati e sottoposti a un primo vaglio dalla Guggenheim, per poi essere passati alla valutazione finale del nostro Club, sempre con l’interfaccia costante dell’Officer for Education della Collezione.

Dalla rosa degli ultimi dodici candidati, tutti di spessore curriculare alto o molto alto, sono stati infine prescelti da questa commissione i quattro nomi cui la Collezione Peggy Guggenheim ha aperto le porte.

L’esperienza delle Borse Guggenheim (per un importo complessivo di 12000,00 €), è stata per il Club un’occasione di crescita culturale importante. I contatti avviati con i rappresentanti di quella istituzione, in particolare con Philip Rylands, che la dirige, si sono consolidati con il tempo, trasformandosi in rapporti di collaborazione e di amicizia. Questi rapporti hanno già avuto occasione di esprimersi, con la partecipazione del prof Rylands al nostro convegno “Marino Marini: progetto per una mostra” del maggio 2007.

Progetto “water 2005/2006”

Il 06 Settembre 2005, nel suggestivo parco termale de “La Torretta” in Montecatini Terme, il Rotary Club Marino Marini ha organizzato la prima attività di found raising per la costruzione di due pozzi di acqua incontaminata in Uganda, seguendo il fine di migliorare le condizioni di vita di tante comunità sparse sul Pianeta e seguendo il tema dell’Acqua indicato dal Presidente Internazionale 2005–2006 Carl Wilhelm Stenhammar.

La serata è stata organizzata a base di musica Jazz e Swing anni ’50, con il concerto della “Luigi Pieri Big Band”, composta da ben 25 elementi, ed ha riscosso una inaspettata partecipazione, non solo dai Rotariani ma anche dai cittadini di Montecatini Terme che hanno accolto l’invito a questa iniziativa, permettendo il raggiungimento di questo importante obiettivo.

Nel Nord Uganda una sanguinosa guerra civile colpisce gravemente, ormai da 18 anni, le popolazioni di etnia Acholi e Lango. La folle violenza della Lord Resistance Army – Esercito di Resistenza del Signore – che fronteggia l’Esercito Ugandese, si riversa in primo luogo sulla popolazione civile. Oltre 100.000 morti, decine di migliaia di bambini rapiti alle famiglie e reclutati a forza nelle spietate milizie ribelli, saccheggi, violenze sessuali, interi villaggi distrutti: questo un ritratto della situazione, mentre oltre l’80% delle famiglie contadine, fuggite dalla propria terra, vivono raccolte in campi profughi, dove le condizioni igienico-sanitarie sono tra le peggiori del mondo.

Tra i benefici che possiamo annoverare a questa iniziativa, fortemente voluta dal Presidente Massimiliano Tacchi, citiamo la diminuzione dei problemi igienico-sanitari collegati all’acqua non potabile da destinare ai bisogni fisiologici (dissetarsi, lavarsi, disinfettare attrezzi e ambienti domestici: nel mondo oltre un miliardo di persone è costretto a utilizzare acqua contaminata, veicolo principale di malattie, ed in Africa in particolare, quattro decessi su cinque sono correlati a questo aspetto), ma anche la riduzione del tempo necessario a donne e bambini per raccogliere l’acqua, e la possibilità di promuovere attività di agricoltura e pastorizia al fine di incrementare il reddito di queste popolazioni disagiate.

Il ricavato dell’iniziativa è stato ritirato dai Rappresentanti della African Medical and Research Foundation Italia Onlus (AMREF), Sig. Federica Tedeschi e Sig. Benedetta Spinola, il 24 gennaio scorso, alla presenza del Sig. Prefetto di Pistoia Antonio Recchioni e di Antonio Trivella Presidente della Commissione Acqua ed Energia del Distretto Rotary International 2070.

AMREF è presente nel Nord Uganda, nel distretto di Gulu, dal 1998 e dal 2004 alcune attività sono state estese ai distretti di Kitgum e Pader.

Grazie a questo contributo, l’AMREF porterà acqua pulita nelle zone più aride dell’Africa Orientale e in Uganda proprio la mancanza d’acqua è diventata una delle armi più efficaci contro la popolazione civile nelle mani dei guerriglieri che da anni fomentano la guerra civile nel Paese.

L’organizzazione si occuperà di gestire le attività per la costruzione dei due pozzi nonché della gestione dei pozzi stessi, al fine di assicurare alle 600 persone questo prezioso e raro bene primario. Scopo dell’attività è soprattutto lo sviluppo della capacità di gestione dell’acqua, in modo da permettere loro di promuoverne il mantenimento della qualità e della quantità, e da formare il senso di proprietà e responsabilità verso questa importante opera idrica.

Progetto “albini d’africa”

Nascita e obiettivi del progetto

Nel 1999 Torello Lotti , presidente del club Marino Marini e segretario generale della International Soc. of Dermatology, venuto a conoscenza della reale entità del problema ebbe i primi contatti con la dottoressa inglese Barbara Leppard, che da anni dava il suo enorme contributo alla causa degli albini in Tanzania.

Lotti ricercò ed acquisì la totale collaborazione del Rotary club di Moshi in Tanzania e nacque così il progetto rotariano “Albini d’Africa”.

Gli obiettivi che si pone il progetto sono quelli di offrire il massimo aiuto a chi lavora con enorme altruismo per questa causa. I bisogni primari si possono riassumere brevemente in pochi punti: abiti protettivi, occhiali da sole e da vista, creme protettive, strumentazione medica specifica.

Abiti protettivi e occhiali da sole:sembra una protezione primaria banale e scontata ma non in luoghi dove tutti vivono naturalmente con il massimo della cute esposta al sole , e dove non è facile reperire ed acquistare indumenti ed accessori che per noi sono alla portata di tutti.

Creme protettive:proprio in quelle regioni cresce una pianta , l’Aloe barbadensis da cui si ricava un gel fortemente protettivo contro l’irradiazione solare . L’aloe può essere coltivata e lavorata in loco in modo da abbassare fortemente i costi di acquisto.

Strumentazione specifica:sono macchine costose che possono combattere e guarire i cancri cutanei e i tumori della pelle.

Educazione e informazione:informare le famiglie e la popolazione sulla natura dell’albinismo per cancellare false credenze, paure e l’isolamento sociale. Insegnare quei comportamenti igienici e di protezione personale che sono alla base della possibilità di condurre una vita normale pur in un ambiente (clima) ostile cambiando radicalmente la loro aspettativa di vita e di salute.

I problemi degli albini

Perché è nato albino?
Un albino nasce da genitori che hanno entrambi un gene per l’albinismo ( vi è una probabilità su quattro ).

I problemi di un albino africano sono amplificati proprio della latitudine : un albino non può esporsi tranquillamente ai raggi solari, figuriamoci al sole implacabile dell’ Africa!

Il piccolo albino africano se vive e cresce senza adeguata protezione è destinato alla cecità e ad una morte precoce.

Già all’età scolare avrà subito danni irreversibili : la sua pelle, continuamente scottata dal sole, è diventata anelastica, rugosa, cheratosica.

Pochi anni più tardi compariranno i primi cancri cutanei e danni oculari fino alla cecità. La crescita dei tumori porta rapidamente alla morte.

Ignoranza e superstizioni non aiutano certamente la loro vita sociale, essi appaiono innaturalmente bianchi, diversi dagli altri bambini e perciò sono spesso isolati socialmente.

Chi entra in contatto con un albino si pone naturalmente la domanda : perché è bianco?

Fino a poco tempo fa , ma anche ora, si davano risposte che colpevolizzavano la madre e la famiglia : la madre ha avuto rapporti con un bianco ? … ha avuto rapporti durante il periodo mestruale ( tabù per molti )? … ha mangiato cibi proibiti in gravidanza ? gli spiriti cattivi sono entrati nella famiglia ? I neonati albini in certe zone venivano uccisi perché figlio del demonio .

È chiaro che queste credenze condizionano la vita già difficile del bambino albino.

Quanti sono gli albini?

L’albinismo è stranamente molto più frequente nell’africa subsahariana che nei nostri paesi. Quando nacque nel 1980 la “Tanzania Albinos Society”, società che aveva l’obbiettivo di insegnare a questi “africani bianchi” a conoscere i loro problemi per sapere come difendersi , contò gli albini della Tanzania : erano 170.000 !

La proporzione è purtroppo di uno ogni 20.000 abitanti in europa contro oltre cento ogni 20.000 abitanti nell’africa subsahariana !

Cento volte più numerosi proprio là dove i problemi sono ingigantiti dal clima !

Cosa è stato fatto e cosa possiamo fare

Piero Talini, rappresentante del governatore ha affiancato l’opera del presidente Lotti e dei suoi successori alla guida del club Marino Marini e ha coordinato prima i club del gruppo Arno e poi tutti quelli che hanno aderito all’iniziativa.

Siamo stati 14 club fino al Giugno 2001 e, con l’aiuto prezioso del distretto, abbiamo inviato i primi aiuti al team della dottoressa Leppard.

Nel 1999-2000 sono stati inviati in Tanzania, attraverso il rotary club di Moshi, i fondi raccolti dai club che hanno aderito al progetto (circa 35000 $).

Sono stati inoltre acquisiti, donati da ditte di ottica, ed inviati in Tanzania alcune migliaia di occhiali speciali protettivi, oltre una grande quantità di cappelli a tesa larga e camicie a maniche lunghe utili per la protezione individuale.

Dal Luglio 2001 ci stiamo adoperando per inviare all’ospedale “Dermatology Training Center” di Moshi in Tanzania apparecchiature al laser specifiche per i tumori della pelle, cercando di superare impreviste difficoltà burocratiche.

Sempre nell’annata 2001/02 si sono raccolti ed inviati al Dermatology Center circa 5000$ (di cui 2500$ raccolti dal Rotary Club di Parma).

Progetto “cabrei 1999”

Restauro dei “CABREI PUCCINI” della Biblioteca Forteguerriana di Pistoia

Il 4 maggio 1999, presso la Biblioteca Forteguerriana di Pistoia, una rappresentanza del nostro Club guidata dal presidente Albertacci ha accolto, insieme al direttore della biblioteca, gli splendidi disegni, rilegati in un volume di grande formato, dei possedimenti ottocenteschi di Niccolò Puccini al loro rientro ufficiale da Firenze.

A Firenze, nel laboratorio specializzato “Carta e Storia”, erano stati sottoposti per lunghi mesi ad un meticoloso restauro “filologico” (interamente sponsorizzato dal Club) che ha permesso la loro perfetta conservabilità futura oltre che ad una agevole consultabilità. I cabrei in possesso del filantropo pistoiese Niccolò Puccini costituiscono una raccolta preziosa che ci tramanda l’ immagine del territorio circostante la città di Pistoia nella prima metà del XIX sec.

Le piante e i disegni ( i cabrei, appunto, dal latino caput, breve ) sono una novantina, con formati anche molto ampi, e stanno raccolti, piegati, in un massiccio album di dimensione 40×60 cm, quasi tutti colorati ad acquarello policromo, di qualità pittorica spesso assai elevata.

Firmati per lo più dai loro autori, i cabrei formano una sorta di catasto privato, dimostrando con scrupolo e sensibilità le caratteristiche, gli usi, le attrezzature e le opere idrauliche che segnavano i campi e i boschi destinati, in quel tempo, a divenire uno dei migliori esempi di Giardino Romantico dell’ intera penisola, il parco di Scornio con i suoi straordinari monumenti.

Il loro indice, oggetto di un’ attentissimo restauro da parte del nostro Club, fornisce – quasi un aerofotogramma storico – informazioni che hanno pochi paragoni come importanza, con le altre coeve fonti d’ archivio, consegnandoci, vivido, un incredibile frammento di Toscana granducale.

Progetto “bolivia 1997/98”

Il nostro Club nell’anno rotariano 1997/98 ha partecipato al programma comune a tutto il Gruppo Arno, coordinato dal governatore Aldo Grassi, per la donazione di un’ambulanza attrezzata per la popolazione delle montagne della Bolivia.

Il mezzo è stato donato all’Ospedale di Escoma.

Rotary International Distretto 2071: Pistoia - Montecatini Terme